La lista del vino al Supermercato. ♪♪ “Perché lo fai..?”♪♪


Autore :

fabio bruno
fabio bruno

Ho fatto la spesa al Gigante, quando sono arrivato al reparto vini&liquori avevo a disposizione centinaia di vini che traboccavano dagli scaffali e senza pensarci troppo ho messo nel carrello tre bottiglie, la spesa media delle tre è stata poco meno di 8 euro. La scelta è stata frettolosa, successivamente ho maturato l’esigenza di scrivere questo post per descrivere la mia compulsione nell’ acquistare il vino al supermercato e di consigliare a tutti di comprare il vino attraverso la GDO

PERCHE’ continuo a consigliare il vino venduto al SUPERMERCATO  :

  • Tu che vivi al centro o al sud Italia, lo sai cos’è il Ruchè? È più facile trovare un Ruchè al supermercato in tutta Italia piuttosto che in enoteca a meno che la tua residenza non sia nel nord-ovest
  • Anni fa la prima bottiglia di Ruchè della mia vita l’ho comprata in un supermarket ed avevo subito compreso quanto buono fosse questo vitigno, dopo di che mi ero informato ed ho scoperto che è un vino di nicchia vinificato da appena una trentina di produttori di Castagnole Monferrato tra i quali l’azienda Ferraris (bottiglia in foto) che ha contribuito alla diffusione e riscoperta di questo vino (molto interessante la storia del Ruchè e della Vigna del Parroco [link] ), pertanto alla GDO hai la possibilità di scoprire vini unici ( un altro esempio è questo mio articolo sul Prié Blanc di Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle [link] )
  • Non trovo un Chiaretto Valtènesi in enoteca neanche fosse un vino rarissimo, alla GDO invece ho scoperto che esiste davvero, la bottiglia in foto non sarà la massima espressione di questa denominazione ma comunque è un buon bere da tutto pasto, almeno ho una idea di cosa sia il Chiaretto Valtènesi (la bottiglia in foto è Valtènesi Chiaretto Doc Cantine della Valtènesi e della Lugana, Civielle)
  • Non mi si venga a dire che non c’è una bottiglia valida tra le tre ritratte in foto, se per te sono tre vini che non val la pena di comprare dal mio punto di vista sei un eno-fighetto, lo sei anche se per te non è una questione di prezzo ma a tuo modo di vedere i vini devono essere esclusivamente “naturali”, perciò non condivido il tuo disprezzo.
  • Non ha senso snobbare le aziende che vendono attraverso la Grande Distribuzione, ho sentito troppe volte dire da alcuni enotecari “ eh, ma quella bottiglia l’ho vista al supermercato, non è un granchè..” e magari se agli stessi tizi in questione gli propongo un’altra bottiglia che non l’abbiano già avvistata in un Grande Magazzino mi dicono “mmm, buono questo vino..” non sapendo che anche quella seconda etichetta viene venduta in un altro canale sempre GDO (successo veramente, più d’una volta). Capisco che una enoteca per differenziarsi non vada a proporre le stesse bottiglie del Market che dista a pochi chilometri, però non ha senso discuterne la qualità solo per il fatto che un vino proviene dalla Grande Distribuzione.
  • I Supermarket si rivelano un’ottima opportunità per le cantine sociali, infatti possono vendere i loro cospicui volumi ad un vasto pubblico, cooperative che sono state la spina dorsale della viticultura italiana ma anche di quella francese e di altre realtà sparse nel mondo. Ti rammento, per fare un esempio concreto, che il Barbaresco non avrebbe questo grande successo se non ci fosse stato nel lontano 1894 Domizio Cavezza, il quale riunì 9 produttori e diede inizio alla gloriosa Cantina Sociale di Barbaresco (se vuoi approfondire segui questo link [link] )
  • Un bevitore generico se spinto dalla curiosità potrebbe iniziare un percorso attraverso il supermercato che lo condurrebbe ad una passione smisurata per il vino
  • Sulle interminabili corsie zeppe di bottiglie si trova di tutto, dal vino in cartoccio sino alla bottiglia di Sassicaia, da un estremo all’altro ma c’è tutto il vino di mezzo da esplorare (quest’ultima frase in grassetto potrebbe essere una bella idea per un nuovo post, se qualcuno vuole cimentarsi con questo titolo mi faccia sapere, potrei pubblicarlo su questo blog)
  • La cultura del vino passa anche attraverso la GDO, non a caso si ha una vastissima scelta di vini che arriva da tutta Italia, perciò nulla di più facile è acquistare una bottiglia come la Segreta e scoprire che Planeta è una grande realtà siciliana e magari capire che in Sicilia si produce da anni dello Chardonnay, realizzato dalla stessa cantina [link] e da altre aziende siciliane, da leccarsi i baffi
  • Diciamola tutta, i vini del market sono da consumare in tempi brevi, perché è la tipologia che viene maggiormente commercializzata, hanno un prezzo abbordabile però il sistema di stoccaggio della GDO non è adatto alla buona conservazione del vino, tutto vero, ma oltre a quelle rare enoteche che trovi in centro delle grandi città ed in pochissime altre realtà, in che cosa si differenzia la gestione del vino di un supermercato da quello di un negozio specializzato alla vendita di vino?
  • spesso il valore aggiunto, ed incolmabile per un supermarket, è il personale delle enoteche che seguono il cliente consigliandolo passo passo nell’acquisto (contributo assolutamente fondamentale), però il trattamento delle bottiglie non si differenzia molto dalla distribuzione del supermercato  
  • La stragrande maggioranza degli esercizi che hanno per insegna la scritta “ENOTECA” non garantiscono una migliore conservazione del vino, per molti di questi negozi è praticamente uguale alla Grande Distribuzione Organizzata, bottiglie sempre buttate sullo scaffale in verticale, esposte alla luce a qualsiasi temperatura e chissà come è stato lo stoccaggio prima di arrivare in enoteca. Naturalmente ci sono gli enotecari seri ma sono la minoranza
  • Per i consumatori la comodità di avere una vasta scelta di etichette a disposizione in un luogo nel quale mediamente ci si fa capolino almeno una volta alla settimana è l’aspetto più motivante rispetto all’appetibile prezzo medio basso del prodotto vino
  • Gli ultimi dati del vino venduto attraverso la GDO (fonte:inumeridelvino.it [link]) rivelano che il consumo medio di vino è diminuito ma al contempo il valore delle vendite in euro è aumentato, perciò si deduce che il vino venduto costa di più e di conseguenza è senz’altro di maggior qualità, un’osservazione che ho argomentato in un mio articolo intitolato “Il Neo-Risorgimento del vino italiano. Le cose vanno male, però…
  • Rispetto a 15 anni fa – al supermarket si trovavano vini al cartoccio e qualche bottiglia nascosta dietro a dei bottiglioni di pessima qualità – si sono fatti passi da giganti a livello qualitativo sul vino proposto al supermercato (ndr)
  • La particolare cura del reparto vini da parte di alcuni gruppi di Ipermercati denota una grande attenzione al settore enologico, di conseguenza la percezione del cliente è sempre più orientata alla qualità di questo prodotto
  • esistono grandi magazzini che hanno adibito una cella climatizzata per la vendita del vino e per la conseguente buona conservazione delle bottiglie, sono i primi passi di un’accurata ricerca del dettaglio, magari è solo una scenografia ma rimando a ciò che ho asserito in un punto di questo elenco, ovvero su come viene trattato il vino dalla maggior parte degli esercizi con l’insegna “enoteca”
  • Addirittura è frequente adocchiaire fra gli articoli alimentari dei beni locali prodotti nel raggio di 80 – 100 km dalla struttura nel quale è situato il supermercato, tra questi ci sono vini di nicchia, come ad esempio lo è una tra le tante bottiglie particolari da me scovate alla GDO e recensita in un post su questo BLOG [link].

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fabio bruno

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