Un vino di parole – L’ANELLO VIPERO –


E’ consigliata la lettura in formato pdf  [Qui]

Un vino di parole

-Buongiorno, cosa posso servirle?-/ – Un Vino Di Parole, grazie.-/ – Le vuole scritte o ascoltate? -/  – Scritte, gentilmente. Con cosa potrei accompagnarle? -/ – Consiglio vivamente un buon calice del protagonista del brano. Un qualsiasi vino che le faccia tornare alla mente i ricordi più commoventi della sua vita. Sono pronto ad esaudire ogni suo desiderio, dal vino più costoso a quello più remoto del contadino che produce vino solo per se stesso. -/ – Bene, allora preferirei tornare a quando ero un adolescente, voglio ricordare l’affetto dei mie cari e la mia spensieratezza di allora. Vorrei un vino, fresco, leggero, profumatissimo e dolce, tutte sensazioni che ho scoperto bevendo il mio primo vino : il Moscato d’Asti.-/ – Sarà accontentato, si accomodi e si goda la lettura, le servirò immediatamente ciò che desidera. -/ – Grazie, gentilissimo. -/

L’ANELLO VIPERO

Il filo conduttore di questa storia è l’anello di ricongiungimento tra le vite delle persone ed il prodotto della vite, quindi il vino, la mia grande passione.

È la storia di un mio omonimo e quasi coetaneo, Fabio.

Fabio lo incontro quasi tutti i giorni in un bar di Torino vicino al mio posto di lavoro, lo conosco poco ma è uno di quei soggetti con il quale entri subito in sintonia dopo brevi scambi di vedute, è il tipico amico da bar.

L’altra sera mi sono permesso di commentare, per quanto non avessi con lui molta confidenza, il suo particolare anello che indossava per la prima volta da quando l’ho conosciuto.

In modo gentile ma diretto, ho definito il suo anello “pacchiano”, una definizione suggeritami dalla sua forma esagerata e squadrata, dal tipo di materiale con cui era composto e dalla scritta strana incisa su di esso; incuriositomi, gli ho chiesto come mai lo avesse infilato al dito.

Fabio, dapprima con un’aria palesemente scocciata, ha dunque deciso di raccontarmi la sua storia mostrandomi una smorfia dubbiosa e interdetta, anticipando tutto quell’imbarazzo di quando si esterna qualcosa di intimo, mi ha infatti confessato che ciò che stava per dire non lo aveva mai raccontato prima.

Mi ha rivelato che suo padre nel corso della sua vita gli ha regalato parecchi braccialetti d’argento, i quali a Fabio, da sempre, non gli piacevano tanto così da volerli indossare, però suo papà si ostinava comunque a fargliene dono.

Una decina di anni fa è mancato VIPERO il papà di Fabio.

Il soprannome curioso gli era stato affibbiato dalla gente del quartiere, perché lui era solito usare questa espressione per scherzare con gli amici e maledire chi non si comportava correttamente.

Nei giorni del grande lutto Fabio ha avuto il compito di riordinare i beni materiali di Vipero e sfruculiando in casa, si è imbattuto in quel cassetto dove erano conservati tutti i braccialetti regalati, ed in quel momento ha deciso finalmente di indossarli.

Di questi cinturini ne possedeva poco più di una decina, dalla semplice catenina con maglie finissime da prima comunione fino al bracciale di grossa caratura. Fabio li voleva tutti con sé, perché segnavano le diverse tappe della sua vita con quella di suo padre.

Ha pensato che il modo migliore per non separarsi da questi suoi ricordi era di fondere tutto l’argento, così da concentrare e spremere il liquido in un unico stampo ad anello ed inciderlo col soprannome univoco e distintivo di una vita, un uomo, una faccia, un padre.

E’ stato il pudore, il profondo dolore o l’abitudine a non esternare le emozioni che l’anello ha continuato a seguire il destino di quando in origine era formato da tanti braccialetti, dunque è rimasto allungo dimenticato in un angolo della casa e della memoria.

Ed era andata così, porgendogli una semplice domanda, quella stessa domanda che Fabio non vedeva l’ora che le venisse posta seppur anche dalla bocca di uno sconosciuto, ed è emersa alla luce una ferita tenuta segreta per dieci anni in un cassetto accanto all’anello che aveva finalmente deciso di mettere al dito.

Fabio, dopo aver concluso la sua storia, mi ha confidato: “ Sì, effettivamente è pacchiano, però.. “ ebbene, non ha fatto in tempo a finire la frase perché in quell’istante è accaduto l’incantesimo, la magia, la poesia:

gli ho rivelato che la mia visione delle cose era cambiata; dopo aver avuto la fortuna di ascoltare quel che significasse per lui, l’anello ai miei occhi non appariva più grossolano, anzi, era perfetto per la sua figura.

Ora, anche nel caso non lo indossasse, io non riesco più ad escluderlo dall’immagine di Fabio, l’Anello Vipero è una marza sul dito che prolifera fino alle radici profonde della sua anima.

Nello scrivere questa storia i miei pensieri si sono concentrati sui miei affetti, sui lutti e, di conseguenza, sulla vita, la quale mi ha fatto tornare nuovamente col pensiero ai miei cari ed alle mie passioni, ed una di queste ho l’abitudine ed il piacere di renderla pubblica per condividere con più persone possibili l’amore che ho per il vino.

Mi chiedo molte volte del perché di questo mio feticismo e la risposta è in tutto ciò che ho scritto ed in quello che sto scrivendo in questo momento, la similitudine tra  la terra , la vigna, il vino e il cerchio della vita forgiato sul dito di Fabio.

Questo del protagonista è un racconto che le mie orecchie od i miei occhi hanno ascoltato o letto altre volte, seguendo uomini e donne che hanno dedicato il loro Vino a chi ha insegnato loro a coltivare il frutto per poi raccoglierlo, spremerlo, lavorarlo, accudirlo, concentrando in questo modo tutti i saperi tramandati e custodirli in una bottiglia.

L’anello Vipero rappresenta il concentrato di esperienze, emozioni, amore, racchiusi in un oggetto che contiene l’anima a cui viene dedicato.

Un oggetto che è vivo non solo in senso metaforico, perché il tempo lo arrotonderà, gli smusserà quegli angoli d’argento spigolosi, lo ammaccherà, lo imbrunirà, poi verrà lucidato, coccolato e contemplato per donargli nuova brillantezza.

Dedico questo racconto a chi lo produce, a chi lo vende, a chi ne scrive e ne parla, a chi lo degusta, a chi lo ascolta e a chi lo beve: Il Vino.

Ringrazio Fabio per avermi dato l’opportunità di raccontare una parte della sua vita.

Fabio Bruno


Argomenti citati :

  • L’influenza del vino sulle persone ovvero la psicologia del vino e del cibo
    • Abbinamento del vino secondo l’umore
  • La degustazione
    • esame olfattivo (bouquet olfattivo)
    • esame gusto-olfattivo ( alcolicità, acidità, corposità, persistenza, stato evolutivo, ecc.)
  • La Vigna
    • La vite
      • La marza
  • Vitigni:
    • Moscato Bianco

Vini citati:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *